La Carta delle Equipes Notre-Dame, redatta nel 1947, è la base sulla quale il Movimento, avviato da Padre Caffarel nel 1939, si è solida-mente costruito nel dopo guerra e si è sviluppato nel mondo intero. Nella Carta si trova l’intuizione originaria del Movimento mediata da uno spirito e dai mezzi che caratterizzano per sempre le Equipes Notre-Dame.
Essa resta dunque una referenza fondamentaòle e si continua a stam-parla e diffonderla nella sua stesura originale il cui linguaggio risente evidentemente dell’epoca nella quale è stata scritta.
Dopo di allora, dato che le Equipes Notre-Dame sono un Movimento vivo, , i grandi orientamenti spirituali già contenuti in germe nella Carta, sono stati approfonditi e precisati.
Per questo, nel 1976, il Movimento ha formulato un aggiornamento della Carta: è il documento “Cos’è una Equipes Notre-Dame”. Per una conoscenza più ampia del Movimento e dei suoi orienta-menti è utile consultare il libro: “L’Amore e il Matrimonio”, LDC, Leumann (Torino).
Il perché delle Equipes Notre-Dame
Viviamo in un’epoca di contrasti. Da un lato trionfano divorzio, adulterio, unione libera, neo-malthusianesimo; dall’altro vanno mol-tiplicandosi le coppie di sposi che aspirano ad una vita integralmente cristiana. Alcune di queste coppie hanno fondato le Equipes Notre-Dame.
- Esse ambiscono di attuare fino in fondo gli impegni assunti col bat-tesimo.
- Voglionovivere per Cristo, con Cristo, in Cristo.
- Si danno a Lui senza condizioni.
- Intendono servirlo senza discutere.
Lo riconoscono come capo e Signore del loro focolare. Fanno del suo Vangelo la carta statutaria della loro famiglia. Voglionoche il loro amore, santificato dal sacramento del matrimo-nio, sia:
- una lode a Dio,
- una testimonianza che provi agli uomini con evidenza che Cri-sto ha salvato l’amore,
- una riparazione dei peccati contro il matrimonio.
Voglionoessere ovunque missionari di Cristo.
Devote alla Chiesa, vogliono essere sempre pronte a rispondere agli appelli del loro vescovo e dei sacerdoti.
Voglionoessere competenti nella loro professione.
Vogliono fare di ogni loro attività una collaborazione all’opera di Dio e un servizio reso agli uomini.
Coscienti della loro debolezza e dei limiti delle loro forze, se non della loro buona volontà, sperimentando ogni giorno come è difficile vivere da cristiani in un mondo pagano, ed avendo una fede indefet-tibile nella potenza del reciproco aiuto fraterno, hanno deciso di fare équipe.
Le loro équipes non sono circoli chiusi per adulti benpensanti, ma corpi franchi formati da volontari.
Nessuno è costretto ad entrarvi né a rimanervi.
Ma chi ne fa parte deve attenersi lealmente alle regole.
Significato della denominazione
La parola «équipe», che è stata preferita ad ogni altra, implica l’idea di uno scopo preciso, perseguito attivamente ed in comune.
Le Equipes si pongono sotto la protezione della Vergine.
Con ciò esse sottolineano la loro volontà di servirla, ed affermano che, per andare a Dio, non vi è guida migliore della Madre di Dio.
Mistica delle Equipes
Aiuto reciproco
- Non c’è vita cristiana senza una fede viva. Non c’è fede viva e in progresso senza riflessione. Di fatto, la maggior parte dei cristiani sposati rinuncia ad ogni sforzo di studio e di meditazione, sia perché non ne riconosce l’importanza, sia per mancanza di tempo, di guida, di allenamento. Di conseguenza la loro fede rimane mediocre e fra-gile; la loro conoscenza del pensiero divino e dell’insegnamento della Chiesa sommaria e frammentaria. Essi non conoscono suffi-cientemente le vie dell’unione a Dio. Hanno soltanto un’idea molto povera delle realtà familiari: matrimonio, amore, paternità, educa-zione, ecc. Conseguentemente: scarsa vitalità religiosa, irraggia-mento molto limitato.Le coppie delle Equipes vogliono reagire. E quindi si sforzano di approfondire le loro conseguenze religiose, e di rendersi conto delle esigenze di Cristo, al fine di conformarvi tutta la propria vita.Ed è in comune che compiono questo sforzo.
- Non si tratta soltanto di conoscere Dio ed i suoi insegnamenti, ma di incontrarlo: allo studio occorre unire la preghiera. Nello stesso modo in cui ci si aiuta a studiare, nelle Equipes Notre-Dame ci si aiuta a pregare. Si prega gli uni con gli altri. Si prega gli uni per gli altri.
«In Verità vi dico, che se due o tre di voi sulla terra sono d’accordo per chiedere qualunque cosa al Padre mio, Egli li esaudirà. Perché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt. 18, 19-20).
Forti della promessa del Signore, le coppie delle Equipes si impe-gnano a non perder di vista la presenza di Dio in mezzo a loro e pra-ticano con gioia e fiducia la preghiera in comune.
- Non è forse un’illusione il pretendere di aiutare i propri amici a condurre una vita spirituale, se prima non si aiutano a sormontare le loro preoccupazioni e le loro difficoltà? Per questo le coppie delle Equipes Notre-Dame praticano largamente l’aiuto reciproco, sia sul piano materiale sia sul piano morale, in obbedienza alla grande con-segna di San Paolo: «Portate i pesi gli uni degli altri, e così compirete la legge di Cristo» (Gal 6, 2).
Esse si sforzano di soddisfare la quadruplice esigenza dell’amicizia fraterna: dare, ricevere (è più difficile che dare), chiedere (è ancor più difficile), saper rifiutare (la semplicità del chiedere non può esi-stere dove non vi sia la semplicità del rifiutare il servizio richiesto, quando questo non possa essere reso senza difficoltà troppo grandi). L’aiuto reciproco dovrebbe procurar loro quella legittima sicurezza che tanti altri si aspettando dal denaro.
Testimonianza
Di fronte ai primi cristiani, di cui gli Atti degli Apostoli (4, 32) ci di-cono: «Erano un cuore ed un’anima sola», i pagani si stupivano: «Guardate come si amano». E l’ammirazione generava l’adesione. La carità fraterna avrebbe forse perso, nel 20° secolo, il potere di ir-raggiamento e di attrazione che aveva nella prima età della Chiesa? Le Equipes Notre-Dame pensano che, oggi come allora, i non cre-denti saranno conquistati a Cristo nel vedere delle coppie cristiane amarsi veramente ed aiutarsi reciprocamente nella ricerca di Dio e nel servizio dei fratelli. Così l’amor fraterno, andando oltre l’aiuto reciproco, diventa testimonianza.
Disciplina delle équipes
La mistica delle Equipes, per essere viva e duratura, esige una re-gola. Mistica e regola, come l’anima e il corpo, non possono fare a meno l’una dell’altra: la mistica dev’essere l’anima della regola; la regola, il sostegno e la salvaguardia della mistica.
La regola dev’essere sufficientemente leggera per non intralciare la personalità e la missione degli sposi, sufficientemente severa per di-fenderli dalla mollezza.
L’équipe
L’équipe è composta da 4 a 7 coppie. Una di loro ne è responsabile. È importante non superare questo numero, al di sopra del quale l’in-timità è più difficile da realizzare e perde in qualità.
La riunione mensile
L’amicizia difficilmente resiste alla separazione prolungata. Essa esige degli incontri. Per questo l’equipe si riunisce almeno una volta al mese. La partecipazione alla riunione mensile è obbligatoria (è superfluo aggiungere che un impedimento grave può dispensare da quest’obbligo, come dagli altri).
Eccone lo schema:
Pasto in comune
È vivamente auspicabile cominciare l’incontro mensile con un pasto in comune, ora presso una coppia, ora presso l’altra (naturalmente per quanto possibile).
Gli uomini non hanno ancora inventato nulla di meglio del pasto per riunirsi ed allacciare dei legami: non è forse qui che si riunisce la
famiglia? Non è il banchetto eucaristico che riunisce i figli di Dio? Gli Atti degli Apostoli ci riferiscono che i primi cristiani «spezza-vano insieme il pane nelle loro case e prendevano il loro nutrimento con gioia e semplicità di cuore» (At 2, 46).
Preghiera in comune
La preghiera comunitariaè il grande mezzo per incontrarsi in profon-dità, per acquistare un’anima comune per prendere coscienza della presenza del Cristo in mezzo ai suoi. Ma essa opererà tutto ciò sol-tanto se, prolungata a sufficienza, aiuta a staccarsi dalle proprie pre-occupazioni, a fare silenzio. Le si dedica almeno un quarto d’ora prima dello scambio di idee.
Prima di iniziare la preghiera, le coppie mettono in comune le loro intenzioni. Perché esse siano realmente fatte proprie da tutti, la loro presentazione dev’essere sufficientemente circostanziata e deve ap-parire manifesto che esse stanno veramente a cuore a coloro che le raccomandano.
Poi si evocano, al fine di prendere anche queste a carico nella pre-ghiera, le intenzioni attuali della grande famiglia cattolica (per esem-pio: cristiani perseguitati, qualche missione in difficoltà, un determinato sforzo apostolico, il problema delle vocazioni sacerdo-tali, ecc.).
Affinché questa preghiera in comune dilati i cuori e li faccia battere al ritmo della Chiesa, essa comprenderà salmi, orazioni ed inni del breviario e del messale, che verranno proposti alle équipes dalla Let-tera delle Equipes Notre-Dame. Un’altra parte della preghiera con-sisterà nel lasciare che ciascuno esprima ad alta voce le riflessioni e i sentimenti che gli avrà suggerito il brano di Scrittura indicato dalla Lettera. Dovrà essere previsto anche un momento di silenzio, onde permettere a ciascuno di avere un contatto intimo e personale con Dio.
Compartecipazione e «messa in comune»
Nelle riunioni mensili una parte dovrà essere riservata (ad esempio, durante il pasto) alla «messa in comune» delle preoccupazioni fa-miliari, professionali, sociali, dei successi e degli insuccessi, delle scoperte, pene e gioie.
Dopo la preghiera, un momento viene dedicato alla «compartecipa-zione» sugli obblighi della Carta. Ogni coppia dice, molto franca-mente, se durante il mese trascorso ha osservato gli obblighi che le derivavano dalla Carta.
È questo, ben s’intende, un campo intimo e personale che si avrebbe torto a sbandierare, col pretesto dell’amicizia. Nelle Equipes si rea-gisce contro quella mancanza di riserbo, oggi così frequente, di cop-pie che non esitano a svelare tutti i loro problemi di vita coniugale. Fatta questa riserva, il praticare questa compartecipazione, e il fare appello con assoluta semplicità al reciproco aiuto fraterno, appare pienamente nella linea della vera carità evangelica. Quante coppie salvate dalla mediocrità, ed anche dal fallimento, il giorno in cui non sono più sole a lottare!
Scambio di idee
Le conversazioni che non si svolgono alla presenza di Dio rischiano di cadere nel dilettantismo: la mente si trastulla con le idee, il cuore rifiuta la sua attenzione alle verità che richiedono una trasforma-zione. Nelle Equipes ci si sforza di essere di una realtà assoluta: ogni verità meglio conosciuta deve entrare nella vita.
Gli scambi di idee sono fecondi soltanto nella misura in cui vengono preparati. Quindi gli sposi devono studiare insieme il tema di studio e inviare per iscritto le loro risposte alla coppia designata a dirigere il prossimo scambio di idee, qualche giorno prima della riunione. Quest’obbligo loro imposto di un momento di riflessione in comune ogni mese si è rivelato molto fruttuoso per loro.
L’aiuto reciproco nel campo dello studio esige che lo scambio di idee sia preparato da tutti: l’aiuto è ancor più necessario su questo
piano che nel campo materiale, dove pure ognuno si farebbe scru-polo di ricevere senza nulla dare agli altri.
Gli argomenti degli scambi di idee non sono lasciati alla libera scelta delle Equipes, ma vengono fissati dall’Equipe Responsabile. Non in nome di un arbitrario autoritarismo, ma allo scopo di aiutare le cop-pie ad acquisire una visione il più possibile completa del pensiero cristiano e ad iniziarsi ad un’autentica spiritualità coniugale e fami-liare.
I primi anni sono dedicati a degli argomenti fondamentali che ri-guardano l’amore, il matrimonio e la spiritualità coniugale.
Dopo questi anni le équipes possono scegliere tra parecchie serie di argomenti, per i quali vengono loro messi a disposizione, come per i precedenti, un piano di lavoro, questionari, riferimenti.
Naturalmente possono essere organizzati incontri supplementari, sia per ulteriori scambi di idee, sia, molto semplicemente, per alimentare l’amicizia.
Gli obblighi di ogni coppia
Le coppie come abbiamo visto, vengono alle Equipes per cercare aiuto. Ma non per questo esse sono dispensate dallo sforzo. È ap-punto per orientare e sostenere i loro sforzi che le Equipes chiedono loro:
- di fissare a se stessi una regola di vita (la grande varietà delle coppie non permette di proporre la stessa a tutti). Senza regola di vita, molto spesso la fantasia sovrintende alla vita religiosa degli sposi e la rende caotica. Questa regola di vita (beninteso ciascuno degli sposi deve avere la propria) non è altro che lo stabilire gli sforzi che ognuno intende imporsi per meglio rispondere alla volontà di Dio su di lui.
Non si tratta di moltiplicare gli obblighi, ma di precisarli, per soste-nere la volontà ed evitare di andare alla deriva. Il consiglio
e il controllo di un sacerdote sono auspicabili, onde premunirsi con-tro i sovraccarichi o la faciloneria. Non vi è alcun obbligo di far co-noscere all’équipe la regola di vita che si è adottata, né il modo in cui la si osserva. Facciamo tuttavia presente che alcuni si sono trovati bene nell’aver spinto fino a questo punto l’aiuto reciproco.
- pregareinsieme e con i loro figli una volta al giorno, nei limiti del possibile, perché la famiglia in quanto tale deve un culto a Dio, e perché la preghiera in comune ha una grande potenza.
- recitare ogni giorno la preghiera delle Equipes Notre-Dame, in unione con tutte le coppie di queste Equipes.
- praticare ogni mese il «dovere di sedersi» (Luca 14, 28-31).
- l’occasione per ogni coppia, di fare il punto.
- studiare tra sposi il tema di studio mensile ed inviare le loro riflessioni per iscritto prima della riunione – assistere a tale riunione.
- leggere ogni mese l’editoriale della Lettera delle Equipes.
- fare ogni anno un ritiro spirituale chiuso, di almeno 48 ore, marito e moglie insieme per quanto possibile. Prima dell’impegno dell’équipe è obbligatorio un solo ritiro spirituale.
- versare ogni anno – come quota – il frutto di una loro giornata di lavoro, per assicurare la vita materiale e lo sviluppo del Movi-mento cui devono, almeno in parte, il loro arricchimento spirituale.
- avvicinare ed accogliere con cuore fraterno, quando se ne pre-senta l’occasione, le coppie delle altre équipes.
Struttura delle Equipes
La coppia Responsabile di èquipe
Una breve formula definisce il suo compito e ne sottolinea la capitale importanza: essa è la responsabile dell’amor fraterno. Tocca ad essa far sì che l’équipe sia un successo di carità evangelica, e che ogni coppia vi trovi l’aiuto di cui ha bisogno. Le si raccomanda vivamente di preparare la riunione mensile insieme con l’assistente dell’équipe. È la Coppia Responsabile che mantiene il collegamento con il cen-tro, e attraverso questo con l’insieme delle Equipes Notre-Dame.
Ogni mese essa invia alla sua «Coppia di Collegamento» il resoconto dell’attività dell’équipe. Questi resoconti permettono, attraverso la “Lettera”, di far beneficiare ogni équipe dell’esperienza delle altre. Portano a conoscere, eventualmente, il rilassamento di un’équipe: l’Equipe Responsabile può così correre ai ripari. Ogni équipe che non voglia o non possa attenersi francamente alle regole viene allon-tanata. È una disciplina necessaria: quante associazioni sono in pe-ricolo, soffocate a poco a poco sotto il peso di membri inerti che non sono stati allontanati a tempo!
Quando la Coppia Responsabile è costretta ad allontanare una coppia che non osserva gli impegni delle Equipes, deve farle capire che, se l’interesse comune richiede ciò, non per questo l’affetto che le si porta risulta modificato. E vigilerà a che contatti e legami di amicizia si mantengano stretti.
La Coppia Responsabile viene designata dalle coppie dell’équipe al momento della sua fondazione, ed in seguito alla fine di ogni anno di lavoro. La coppia che durante l’anno trascorso ha esercitato questa funzione può essere nuovamente designata. L’Equipe Responsabile si riserva un diritto di veto su questa designazione.
Questa coppia non potrà adempire bene la sua missione se non fa-
cendo ricorso alla preghiera. Ecco perché i due sposi si impegnano (a meno di impedimentograve)ad assistere alla Messa una volta durante la settimana ed a fare ogni giorno dieci minuti di orazione mentale.
Il compito del sacerdote nell’équipe
Ogni équipe deve assicurarsi il concorso di un sacerdote. Qualsiasi piano di lavoro non potrà infatti sostituire l’apporto dottrinale e spi-rituale del sacerdote. Questi non soltanto dà i principi, ma aiuta anche le coppie a cercare di tradurli nella loro vita. Questa collabo-razione è fruttuosa. Sacerdoti e coppie imparano a capirsi, a stimarsi, a sostenersi: le grandi intenzioni apostoliche del sacerdote vengono assunte dalle coppie; il sacerdote porta nelle sua Messa queste coppie di cui conosce gli sforzi, le lotte, i desideri.
Avvio di una nuova équipe
Far partire un’équipe di coppie è cosa delicata. Una partenza troppo rapida, senza che siano stati ben precisati gli obbiettivi ed i metodi, sfocia quasi necessariamente in un fallimento.Occorre quindiuna pre-parazione, un minimo di almeno tre riunioni dedicate alla lettura e al commento della Carta, sotto la guida di una «Coppia Pilota». Dopo circa un anno, le coppie della nuova équipe sono invitate ad impe-gnarsi.In seguito, alla presenzadi una coppiache rappresental’Equipe Responsabile, prenderanno l’impegnodi osservare lealmente la Carta delle Equipes Notre-Dame, nel suo spirito e nella sua lettera.
Ammissione di una nuova coppia in una équipe
La coppia nuova arrivata deve prender conoscenza della carta. Con l’aiuto della Coppia Responsabile o di un’altra coppia del-l’équipe, studia la Carta e quindi si esercita progressivamente a pra-ticarne gli obblighi. Dopo un leale esperimento di circa un anno, essa si impegna con l’équipe in occasione di un rinnovo dell’impe-gno delle altre coppie.
Come procurare alla nuova coppia la formazione acquisita dalle cop-pie dell’équipe con lo studio dei temi di base? Toccaalla Coppia Re-sponsabile aiutarla a studiare gli argomenti fondamentali, dispensandola caso mai per qualche tempo dal rispondere ai questio-nari in corso di studio nell’équipe.
La Lettera delle Equipes
Tra l’Equipe Responsabile e le équipes, per quanto lontane esse siano, è oltremodo necessario uno stretto contatto. E tra le stesse équipes è altrettanto importante un collegamento fraterno, fatto di mutua conoscenza, di aiuto reciproco e di preghiera.
La Lettera delle Equipes, inviata a tutte le coppie, stabilisce e man-tiene questo doppio legame, verticale e orizzontale.
Vi si trovano notizie delle équipes, resoconti delle più interessanti esperienze, l’editoriale di cui già si è parlato, i testi di preghiera per la riunione mensile, informazioni, ecc.
Coppie di Collegamento – Settori – Regioni
Per quanto utilissima, la Lettera delle Equipes non è ancora suffi-ciente perché i legami tra il centro e le équipes siano così stretti e fe-condi come si desidera. Spetta ai diversi quadri del Movimento renderli tali.
Ogni équipe è affidata ad una Coppia di Collegamento ( ognuna di esse si occupa di circa 5 équipes). Inoltre le équipes sono raggrup-pate in «Settori» ed i Settori a loro volta in «Regioni»: Coppie Re-sponsabili di Settore e Coppie Regionali hanno la responsabilità del buon andamento dell’équipes che sono loro affidate.
I frequenti contatti che questi vari quadri hanno con l’Equipe Re-sponsabile, li aiutano a trasmettere gli stimoli ed a tenerla al corrente dei desideri e delle necessità delle équipes. Grazie ad essi le relazioni tra équipes e centro, invece di un carattere puramente amministra-tivo, hanno una nota di cordialità fraterna.
L’Equipe Responsabile
- composta di sacerdoti e di coppie. Non è soltanto un organismo amministrativo, ma l’organo motore di tutto il grande corpo costi-tuito dall’insieme delle équipes. La sua missione è quella di mante-nere viva la mistica e forte la disciplina. I suoi membri devono vivere vicino a Dio nella preghiera, e vicino alle équipes con una vigile amicizia. Da parte loro, i membri delle équipes devono sostenerla con le loro preghiere ed aiutarla con le loro osservazioni e i loro sug-gerimenti.
Le coppie non considerano il loro ingresso nelle Equipes Notre-Dame e la loro adesione alla Carta come un punto di arrivo, ma di partenza. La legge del focolare cristiano è la carità. E la carità non ha limiti, la carità non conosce riposo.
Festa dell’Immacolata Concezione, 1947