In questo momento particolare che tutti noi stiamo vivendo, la coppia responsabile del Movimento delle Equipes Notre-Dame, Clarita ed Edgardo, rivolge qualche parola a tutti i membri delle Equipes, attraverso una lettera che è stata inviata ai responsabili delle Regioni Supra e delle Regioni del mondo, e che qui condividiamo.
Bogotà, 18 marzo 2020
Care coppie e consiglieri spirituali del Collegio Internazionale delle Equipes Notre Dame
Come coppia responsabile del movimento delle Equipes Notre Dame, in questi momenti di ansia, vorremmo rivolgervi qualche parola, invitandovi a condividere una semplice riflessione che abbiamo scritto dal nostro cuore. Siamo appena tornati da Parigi, dopo aver vissuto alcuni giorni difficili che condivideremo con voi in poche righe: avevamo programmato di iniziare il nostro quinto incontro dell’ERI nella città di Lomé, in Togo, e in concomitanza, giovedì di questa settimana, l’incontro dell’ERI con la Super Regione dell’Africa Francofona, che si concluderà domenica prossima. Come di consueto, prima di ogni incontro dell’ERI, avevamo previsto alcuni giorni di lavoro con i nostri segretari Paola e Giovanni Cecchini, con I quali, oltre a terminare la preparazione del materiale per l’incontro, avremmo svolto il lavoro amministrativo che la nostra responsabilità comporta e tenuto incontri con i movimenti fratelli come gli Intercessori e l’Associazione degli Amici di padre Caffarel di cui io, Edgardo, sono presidente.
Il primo caso di Coronavirus al mondo è stato rilevato il 17 novembre 2019 in Cina, anche se è stato ammesso dal governo cinese solo l’8 dicembre. In Europa, è stato solo alla fine di gennaio 2020 che i casi hanno cominciato ad essere individuati in Spagna, Italia e Francia. All’inizio la malattia è stata sottovalutata e solo alla fine di febbraio, con l’aumento dei casi in Lombardia e il verificarsi dei primi decessi, tutta l’Europa ha iniziato a preoccuparsi. Il nostro viaggio in Europa era previsto per il 9 marzo e il giorno prima il governo italiano aveva decretato la chiusura totale delle frontiere in Lombardia, così Paola e Giovanni hanno dovuto annullare il loro viaggio. Nonostante questo inconveniente abbiamo deciso di continuare l’incontro. All’assenza di Paola e Giovanni si è aggiunta quella di Dora e João, che, dal loro datore di lavoro in Portogallo sono stati avvertiti che, se avessero viaggiato, al loro ritorno sarebbero stati obbligati ad entrare in quarantena. Mentre eravamo a Parigi si è scatenata una reazione mondiale con misure estreme in ogni paese, che ci ha portato ad annullare definitivamente la riunione dell’ERI e l’incontro con la SR Africa Francofona, perché alla velocità con cui le misure stavano cambiando in tutto il mondo correvamo il rischio di trovarci di fronte a una chiusura totale delle frontiere in Francia, dove saremmo tornati nel nostro volo di ritorno, o in Colombia, come in effetti era appena successo. È stata una decisione molto triste, che è stata accolta dai nostri fratelli dell’ERI Bernadette e Sylvestre e dai responsabili di SR Africa Francofona, Roger ed Emilia, con molta serenità, ma con un dolore indescrivibile.
Oggi il mondo ha concentrato la sua attenzione sullo sviluppo del Coronavirus e, in un modo o nell’altro, in tutto il pianeta, un ciclo simile viene vissuto attraverso tre fasi comuni, la prima di indifferenza, sottovalutazione delle conseguenze, incoscienza della nostra responsabilità nella gestione della situazione che gradualmente, alla luce delle crescenti statistiche di contagio, si trasforma in una seconda fase di confusione, di paura, dell’adozione di misure protettive, alcune valide e altre senza alcun rigore scientifico, sostenute solo dalla poca solidità e dalla distorsione delle reti sociali, dall’isolamento e infine da uno stadio finale di impotenza, di coscienza dei rischi con reazioni difensive di conservazione della salute, e di misure radicali da parte dei governi che sono obbligatoriamente obbedite dalla popolazione.
Queste misure cominciano finalmente a mostrare i loro effetti nel rallentare il contagio, in quei luoghi che hanno vissuto prima questo flagello che ha già il cognome di PANDEMIA che per la prima volta non ha fatto alcuna distinzione di razza, potere economico, geografia, ragione per cui riguarda tutti ed è diventato un’agenda comune e universale.
Durante tutto questo processo, l’arroganza di alcuni dei nostri leader, fortunatamente non tutti, l’improvvisazione e la fragilità dei nostri sistemi sanitari e la necessità di adottare misure universali per la cura della nostra casa comune, che lasciano da parte le disuguaglianze, i vantaggi e le imposizioni, è stata svelata senza sfumature. Equilibrio e obiettività stanno finalmente cominciando a prevalere sugli interessi individuali, e con una curva di apprendimento che è stata accelerata dall’esperienza già vissuta nei primi paesi infetti, il resto di noi che si trova dove il flagello non si è ancora mostrato con forza sta reagendo con maggiore prudenza.
I social network ci hanno inondato di informazioni, davanti alle quali non sempre abbiamo la capacità di filtrare il costruttivo ed edificante dal distruttivo e dannoso. Senza dubbio, dobbiamo privilegiare le informazioni provenienti dai canali di comunicazione ufficiali e non essere noi il combustibile che alimenta il fuoco divorante del panico collettivo che porta alla carenza di cibo, al collasso dei sistemi sanitari, alla paura irrazionale e alla disperazione.
Non possiamo permettere che la situazione prenda il controllo della nostra vita, ma la nostra vita può prendere il controllo della situazione.
Oggi il coronavirus ha infettato più di 170.000 persone in tutto il mondo in più di 163 paesi, di cui il 47% si è ripreso e il 3,71% è morto. Le previsioni più ottimistiche, in questo momento, sono che questa pandemia durerà almeno altri sei mesi e sarà sotto controllo non prima del mese di giugno. In questo scenario, all’interno del Movimento, abbiamo iniziato a chiederci se il Collège di Varsavia, in programma dal 27 luglio al 1° agosto, potrà essere mantenuto oppure dovrà essere sospeso. E’ ancora prematuro stabilirlo. Con il cuore pensiamo che si possa fare, ma la ragione ci invita ad essere prudenti e a non prendere decisioni definitive. La nostra raccomandazione è quella di continuare a lavorare come se il Collège si svolgesse, senza per ora procederé nell’acquisto di di biglietti aerei che non prevedano rimborso o modifica dell’itinerario. I Collège internazionali sono l’ossigeno dell’animazione del Movimento e non possiamo affrettarci nell’annullare, senza avere ancora tutti gli elementi per farlo. Se il Collège fosse tra due mesi, non esiteremmo ad annullarlo, ma mancano ancora più di quattro mesi, tempo che ci porterà indubbiamente elementi di giudizio che oggi non abbiamo.
Cari amici, in questi momenti di incertezza, noi, coppie e membri delle END, siamo chiamati ad essere elementi di differenziazione nel nostro ambiente. Senza ignorare o trascurare le misure ufficiali che tutti siamo chiamati a prendere, possiamo essere agenti di cambiamento, portatori di speranza, testimoni della fede e della fiducia nel Signore.
Oggi i nostri responsabili di regione qui in Colombia hanno inviato un messaggio di speranza a tutti gli equipier della nostra area, che riteniamo molto appropriato e dal quale vorremmo trarre alcuni suggerimenti che possono essere applicati all’ambiente universale del Movimento nelle proprie Super Regioni e nelle Regioni direttamente collegate all’ERI:
- Rimanete calmi, ragionevoli, socialmente responsabili e solidali in questo momento di crisi globale.
- Invitate a rimanere con giudizio nelle proprie case e ad uscire solo in caso di estrema necessità. Questo vale per le persone di tutte le età, poiché siamo tutti corresponsabili della cura della popolazione più vulnerabile e a rischio di gravi complicazioni che possono anche portare alla morte.
- Approfittate di questo tempo a casa, intensificate la pratica dei Punti Concreti di Impegno, in modo speciale la preghiera coniugale e personale, affidando il mondo intero alla misericordia di Dio e intercedendo per la guarigione dei malati, la protezione del personale medico e paramedico che si occupa di questa emergenza e la conversione dei peccatori.
- Rendete virtuali gli incontri di Settore, Regione, Super Regione.
- Tenete tutte le riunioni di equipe in modo virtuale, poiché uscire di casa in questo momento è controproducente, visto che ci possono essere persone senza sintomi che portano il virus e che possono trasmetterlo ad altri, peggiorando così la situazione della salute pubblica del Paese.
- Sospendete tutte le attività programmate (ritiri, incontri di formazione, equipe miste, ecc.) in ciascuno dei settori/città fino a nuovo avviso.
- Per le Coppie Responsabili della Super Regione, si consiglia di mantenere i contatti telefonici o Skype con le Coppie Responsabili delle loro regioni e con le equipe di supporto, per continuare a svolgere l’importante missione di ANIMARE, COLLEGARE E ACCOMPAGNARE le rispettive equipe.
- In attesa che la situazione ritorni alla normalità, promuovete e mantenete una comunicazione frequente tra tutti i membri di ogni equipe (coppie di sposi e consiglieri spirituali).
- Promuovete iniziative affinché i vostri responsabili regionali o di settore possano convocare incontri virtuali con ogni equipe e/o con tutte le coppie responsabili dellle equipe dei vostri settori, per pregare insieme (Rosario, Corona della Misericordia, ascolto e meditazione della Parola, ecc.). In altre parole, mantenamoci uniti e in comunione “pregando insieme e per l’altro”.
- Mostra a tutte le coppie delle tue equipe di sostegno e dei tuoi Provinciali o Regionali, la tua disponibilità permanente ad assisterle e a sostenerle in ciò di cui possono avere bisogno (consigli, preghiera, discernimento, chiarimento dei dubbi, ecc.), attraverso videochiamate.
- Approfittate di questi giorni di raccoglimento a casa per avere un dialogo coniugale, per condividere il tempo prezioso con la famiglia, per godere dell’opportunità di tranquillizzare il corpo, la mente e lo spirito, per riflettere su ciò che è veramente importante per noi e per considerare una regola di vita che ci porta a trascendere e ad essere degni della vita eterna con nostro Padre.
Cari amici, il lavoro dell’Equipe Responsabile Internazionale non si ferma. Abbiamo avuto un contrattempo con l’incontro di Lomé, che non vogliamo abbandonare e che cercheremo di riprogrammare se Roger ed Emilia e Bernadette e Silvestre lo riterranno opportuno. L’incontro dell’ERI che è stato cancellato si terrà virtualmente in diverse riunioni via internet, la prima delle quali sarà questo mercoledì, utilizzando uno strumento di comunicazione chiamato Google’s Meet. Il nostro incontro sarà, anche in base al luogo di residenza di ciascun membro dell’ERI:
Parigi – Bergamo : Mercoledì 17 marzo – 21:00
Lisbona – Lomé : Mercoledì 17 marzo – 20:00
Rio de Janeiro – Brasilia : Mercoledì 17 marzo – 17:00
Bogotà : Mercoledì 17 marzo – 15:00
Canberra : Giovedì 18 marzo – 7:00 AM
Chiediamo che ognuno di voi ci accompagni in spirito e preghiera per i frutti di questo incontro, e che tutti insieme non manchiamo di raddoppiare la nostra preghiera di intercessione l’uno per l’altro, chiedendo a Nostra Madre Maria, per intercessione di padre Caffarel, che il Signore misericordioso ci aiuti, ci incoraggi, ci riempia di speranza e ci salvi in questi momenti di crisi.
Così sia,
Clarita & Edgardo BERNAL | Coppia Responsabile Internazionale
| ERI – Equipe Responsable International
| e-mail: cr.international@equipes-notre-dame.com
| sito: equipes-notre-dame.com